Dishcovery è una delle startup presente negli spazi di BIG e oggi abbiamo intervistato il suo founder Giuliano Vita, CEO e co-founder di Dishcovery.
Ciao Giuliano, ci racconti di te?
Ho studiato e lavorato 4 anni in Cina: la prima volta nel 2008 a 17 anni, grazie alla borsa di studio di Intercultura (AFS) che mi ha permesso di vivere e di frequentare il 4° anno del liceo a Chongqing, provincia autonoma situata nella Cina centrale.
In seguito, ho studiato economia e marketing internazionale presso l’università di Modena e Reggio Emilia. Dopo la triennale ho conseguito un Master in management nei mercati emergenti che mi ha riportato in Cina.
Nel 2018 insieme al mio ex collega, Marco Simonini, fondo Dishcovery.
Cos’è Dishcovery?
Dishcovery è una soluzione digitale all-in-one che consente al ristoratore di creare non solo il proprio menu digitale ma anche di gestire le ordinazioni online per il servizio a domicilio e d’asporto e di programmare le proprie attività di marketing. Il tutto, attraverso un unico gestionale.
Quando siete nati, come si è sviluppata l’dea e poi l’azenda?
Siamo nati ufficialmente nell’aprile del 2018 ma abbiamo iniziato i primi test sul mercato dalla fine del 2017. Io e Marco ci siamo conosciuti all’università di Modena, frequentando il master di primo livello in Management in Emerging Markets. Ci siamo ritrovati poi a lavorare entrambi per Cascino Trading, un distributore di prodotti alimentari in ambito Ho.Re.Ca a Shanghai. Qui ci rendiamo conto, in primis, di una mancanza della conoscenza della cultura enogastronomica italiana, capace di far apprezzare le nostre specialità. In più, abitando in Cina, e non conoscendo la loro cucina e la lingua, io e Marco ci rendiamo conto che anche noi non conosciamo la cultura enogastronomica della Cina e spesso non sappiamo cosa stiamo mangiando quando siamo al ristorante. Barriere linguistiche e culturali che rendono difficile un pranzo o una cena al ristorante.
Da questa esperienza nasce l’intuizione di Dishcovery, ossia un software che agevola la comprensione del cibo e della cultura enogastronomica attraverso il menu.
Ci dai i numeri ad oggi?
Oggi lavoriamo con più di 3.000 ristoranti, presenti principalmente in Italia. Da pochi mesi abbiamo attivato i primi clienti in Spagna e America Latina. inoltre siamo diventati fornitori di menu digitali per grandi brand del mondo F&B come ABInBev, il più grande produttore di birra al mondo.
Come avete reagito nei diversi periodi di chiusura / lock down
Dishcovery essendo in origine un prodotto destinato ai ristoranti turistici, il COVID ha stravolto il nostro prodotto e ci ha costretto a cambiare direzione. Oggi Dishcovery è uno strumento non solo capace di sviluppare menu digitali ma anche di fornire ai ristoranti una suite e-commerce per la gestione degli ordini online e del marketing. Le normative di precauzione sanitaria ci hanno permesso di crescere moltissimo nel 2020 passando da poche centinaia di ristoranti a oltre 3.000.
Quando siete entrati in BIG e perchè?
Siamo entrati in BIG ad ottobre del 2020. In primis avevamo bisogno di uno spazio più grande per il nostro team ormai crescito di numero durante tutto il 2020. Cercavamo una soluzione che ci desse la possibilità sia di mettere il nostro team nelle condizioni di operare nelle migliori condizioni sia di disporre di uno spazio condiviso con altri professionisti e startup. In BIG abbiamo trovato un spazio privato con 8 postazioni che garantisce al nostro team il confort di un ufficio privato. Il fatto di disporre anche degli spazi comuni ci garantisce tutti i benefici dell’essere all’interno di un co-working.
Qual è il valore che state trovando in BIG?
Senza tralasciare il fatto che BIG mette a disposizione degli spazi confortevoli e moderni, credo che il vero vantaggio stia nel network e nella contaminazione di idee che spazi del genere possono generare. Specialmente per le realtà più in erba, spazi come quello di BIG possono innescare grandi cambiamenti e stravolgimenti.