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Impact Days 2023: 800 volte grazie
Il festival di innovazione e impatto della città di Bologna
Nel cuore di Bologna si è recentemente tenuto Big Impact Days, un evento senza precedenti capace di infondere un seme di cambiamento per l’intera città e la regione dell’Emilia-Romagna.
Il festival sull’innovazione e l’impatto, svoltosi a BIGBO nei giorni 10 e 11 novembre, ha conquistato l’immaginazione di quanti si sono uniti a noi in questa straordinaria esperienza. Per due giorni, il festival ha portato un vento di cambiamento, seminando idee rivoluzionarie e visioni avveniristiche.
Bologna e l’intera regione Emilia-Romagna sono diventate un palcoscenico di avanguardia, in cui il tessuto urbano si è fuso con il futuro. Big Impact Days ha presentato uno sguardo esclusivo su ciò che il domani ci riserva, attraverso l’eclettica lente dell’intelligenza artificiale, della blockchain, del web3, della cryptoarte, della rigenerazione territoriale, dell’open innovation, dell’imprenditoria inclusiva, dell’economia circolare, e delle tematiche ESG.
L’esito straordinario di Big Impact Days è stato reso possibile grazie a una sinergia impeccabile tra una rete di partner di prim’ordine e a speaker illustri quali Sergio Galasso, Alex Orlowski, Rand Nezha, Daniela Bolzani, Cristina Barbero, Tiziana Monterisi, Vittorio Di Tomaso, Battista Biggio, Mauro Smith, Marco Battaglia, Mark Comerro, Franco Cimatti, Roberto Giavarini, Francesco Venturi, Giuseppe Iacobelli, Dverso, Them, Ilaria Stirpe, Gianluca Dettori, Luciana Delle Donne e Simone Risi.
Un plauso speciale va al nostro anchorman Mario Moroni il quale, con la sua impeccabile presenza, ha guidato il pubblico nel viaggio alla scoperta del mondo dell’innovazione.
Esprimiamo la nostra riconoscenza agli oltre 800 iscritti e agli oltre 200 partecipanti che hanno contribuito a rendere Big Impact Days un evento senza pari. La vostra presenza e partecipazione hanno conferito al festival la dimensione di catalizzatore di un cambiamento ormai inarrestabile! Grazie per il vostro impegno, interesse e voglia di conoscere.
Mentre concludiamo con soddisfazione l’edizione 2023, guardiamo già al futuro con entusiasmo.
E voi? Siete pronti a fare la differenza? Ci vediamo a Big Impact Days 2024, pronti a plasmare insieme il futuro con nuove visioni e idee.
Non mancate!


















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ATTENZIONE: l’assegnazione avviene in ordine di arrivo delle richieste, fino a esaurimento dei desk. L’agevolazione non è riservata a startup costituite, a professionisti, a imprese. La richiesta è comunque soggetta all’esito di una breve intervista successiva alla richiesta.
P.S. È tutto vero… Entra a far parte della community BIGBO!

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Intervista a Dishcovery: il gestionale all-in-one per i ristoranti
Dishcovery è una delle startup presente negli spazi di BIG e oggi abbiamo intervistato il suo founder Giuliano Vita, CEO e co-founder di Dishcovery.
Ciao Giuliano, ci racconti di te?
Ho studiato e lavorato 4 anni in Cina: la prima volta nel 2008 a 17 anni, grazie alla borsa di studio di Intercultura (AFS) che mi ha permesso di vivere e di frequentare il 4° anno del liceo a Chongqing, provincia autonoma situata nella Cina centrale.
In seguito, ho studiato economia e marketing internazionale presso l’università di Modena e Reggio Emilia. Dopo la triennale ho conseguito un Master in management nei mercati emergenti che mi ha riportato in Cina.
Nel 2018 insieme al mio ex collega, Marco Simonini, fondo Dishcovery.
Cos’è Dishcovery?
Dishcovery è una soluzione digitale all-in-one che consente al ristoratore di creare non solo il proprio menu digitale ma anche di gestire le ordinazioni online per il servizio a domicilio e d’asporto e di programmare le proprie attività di marketing. Il tutto, attraverso un unico gestionale.
Quando siete nati, come si è sviluppata l’dea e poi l’azenda?
Siamo nati ufficialmente nell’aprile del 2018 ma abbiamo iniziato i primi test sul mercato dalla fine del 2017. Io e Marco ci siamo conosciuti all’università di Modena, frequentando il master di primo livello in Management in Emerging Markets. Ci siamo ritrovati poi a lavorare entrambi per Cascino Trading, un distributore di prodotti alimentari in ambito Ho.Re.Ca a Shanghai. Qui ci rendiamo conto, in primis, di una mancanza della conoscenza della cultura enogastronomica italiana, capace di far apprezzare le nostre specialità. In più, abitando in Cina, e non conoscendo la loro cucina e la lingua, io e Marco ci rendiamo conto che anche noi non conosciamo la cultura enogastronomica della Cina e spesso non sappiamo cosa stiamo mangiando quando siamo al ristorante. Barriere linguistiche e culturali che rendono difficile un pranzo o una cena al ristorante.
Da questa esperienza nasce l’intuizione di Dishcovery, ossia un software che agevola la comprensione del cibo e della cultura enogastronomica attraverso il menu.
Ci dai i numeri ad oggi?
Oggi lavoriamo con più di 3.000 ristoranti, presenti principalmente in Italia. Da pochi mesi abbiamo attivato i primi clienti in Spagna e America Latina. inoltre siamo diventati fornitori di menu digitali per grandi brand del mondo F&B come ABInBev, il più grande produttore di birra al mondo.
Come avete reagito nei diversi periodi di chiusura / lock down
Dishcovery essendo in origine un prodotto destinato ai ristoranti turistici, il COVID ha stravolto il nostro prodotto e ci ha costretto a cambiare direzione. Oggi Dishcovery è uno strumento non solo capace di sviluppare menu digitali ma anche di fornire ai ristoranti una suite e-commerce per la gestione degli ordini online e del marketing. Le normative di precauzione sanitaria ci hanno permesso di crescere moltissimo nel 2020 passando da poche centinaia di ristoranti a oltre 3.000.
Quando siete entrati in BIG e perchè?
Siamo entrati in BIG ad ottobre del 2020. In primis avevamo bisogno di uno spazio più grande per il nostro team ormai crescito di numero durante tutto il 2020. Cercavamo una soluzione che ci desse la possibilità sia di mettere il nostro team nelle condizioni di operare nelle migliori condizioni sia di disporre di uno spazio condiviso con altri professionisti e startup. In BIG abbiamo trovato un spazio privato con 8 postazioni che garantisce al nostro team il confort di un ufficio privato. Il fatto di disporre anche degli spazi comuni ci garantisce tutti i benefici dell’essere all’interno di un co-working.
Qual è il valore che state trovando in BIG?
Senza tralasciare il fatto che BIG mette a disposizione degli spazi confortevoli e moderni, credo che il vero vantaggio stia nel network e nella contaminazione di idee che spazi del genere possono generare. Specialmente per le realtà più in erba, spazi come quello di BIG possono innescare grandi cambiamenti e stravolgimenti.

BIG: inaugurato a Bologna il polo della Fondazione per contribuire ad accelerare lo sviluppo dell’ecosistema d’innovazione in città
Ha inaugurato BIG – Boost Innovation Garage, un’iniziativa diretta e promossa dalla Fondazione Carisbo che ha portato alla creazione, con il supporto operativo dell’Associazione Techgarage, del nuovo polo sito in via della Ferriera, angolo via Emilia Ponente.
Cos’è BIG
BIG è uno spazio dove organizzare percorsi di accelerazione, attività di matching tra aziende consolidate e startup, eventi su innovazione e tecnologia, tavole rotonde e molte altre attività con il fine ultimo di raccontare, contribuire a concretizzare e diffondere una cultura imprenditoriale innovativa, generando impatto tangibile sul territorio metropolitano di Bologna.
Il progetto ha richiesto un anno di lavoro non solo architettonico ma anche progettuale e di relazioni con istituzioni e stakeholder territoriali per offrire alla comunità uno spazio multifunzionale di 1.400 mq attrezzato per 110 postazioni coworking, 4 box uffici privati, 3 sale riunioni, 1 sala workshop, 1 sala eventi da 110 posti e ambienti comuni, come l’area ristoro con cucina. All’ingresso è posizionata una reception e lungo le sale dedicate al coworking sono collocati una serie di grandi schermi per la trasmissione in tempo reale di contenuti o dirette streaming di eventi.
Gli allestimenti e la definizione degli arredi di BIG hanno valorizzato l’architettura esistente per creare un luogo di lavoro aperto e accessibile che pone il fruitore al centro di spazi stimolanti e confortevoli, improntati sulla flessibilità.
Gli obiettivi di BIG
Attraverso una progettualità pluriennale, la Fondazione punta a consolidare ulteriormente l’impegno per il territorio di riferimento, favorendo in particolare la crescita dei giovani e la creazione di job opportunities, aggregando e configurando nello stesso contesto una community di startup, talenti, freelance, corporate, investitori e istituzioni che si posiziona in prima linea per contribuire allo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione locale, nazionale e internazionale.
BIG opera infatti come piattaforma di creazione di opportunità, a partire dal supporto alla creazione di imprese ad elevato impatto. È quindi un ecosistema aperto e inclusivo, una opportunità per i talenti e per tutte le organizzazioni pubbliche e private impegnate a favorire l’innovazione e accrescere lo sviluppo del territorio.
«Prende corpo l’impegno della Fondazione Carisbo nel campo dell’innovazione made in Bologna, con una serie di partnership importanti che abbiamo siglato e sigleremo allo scopo di favorire sempre più l’incontro tra giovani talenti, investitori, Università e imprese negli spazi di BIG, il nostro nuovo polo dedicato al tech – dichiara il Presidente Carlo Monti –, per il quale a causa della recrudescenza dell’emergenza Covid-19, purtroppo, abbiamo dovuto rinunciare all’inaugurazione istituzionale in programma a novembre. Avremmo voluto rimarcare la nostra volontà di contribuire al consolidamento della nostra città e della nostra regione ai vertici delle classifiche nazionali per numero di startup, attraverso la messa a sistema di competenze e conoscenze con focus sull’innovazione, elemento fondamentale per il sostegno all’economia del nostro territorio e per conquistare un ruolo di primo piano nell’economia di domani. Unire competenze, capacità di investimento e supporto al territorio rappresenta una dimostrazione concreta di come sia possibile fare squadra, tra il mondo della filantropia istituzionale evoluta e il mondo dell’impresa, per lo sviluppo sinergico di progetti imprenditoriali innovativi».
«Dopo numerose iniziative rivolte ai giovani, al lavoro, alla formazione – evidenzia il Segretario Generale Alessio Fustini –, la Fondazione ha deciso di dotarsi di una realtà concreta basata in un luogo fisico che potesse diventare un abilitatore e un amplificatore di efficacia per le diverse realtà del territorio. Con i nostri partner creeremo un ecosistema per perseguire due obiettivi: lanciare opportunità di formazione, di lavoro e accompagnare startup. Faremo dialogare diversi soggetti profit e non profit interessati all’innovazione inclusiva connettendo lo spirito filantropico al venture capital e ai nuovi strumenti di finanza ad impatto sociale».
Le partnership strategiche di BIG
BIG è uno spazio flessibile di oltre mille mq, dedicato al talento e alle idee, un “garage tecnologico” che ospiterà a rotazione – in collaborazione con operatori specializzati come Primomiglio e Sefea SGR, dPixel – imprese innovative, digitali, a vocazione sociale, alle quali fornire ingredienti indispensabili per la crescita: servizi di coworking, attività di mentoring, supporto ai processi di ricerca e sviluppo, favorendo connessioni e opportunità di confronto con investitori e partner industriali sensibili ai temi dell’open innovation.
A supportare operativamente Fondazione Carisbo è l’Associazione Techgarage, da anni impegnata a valorizzare l’ecosistema dell’innovazione italiano. «Da oltre 10 anni come Associazione Techgarage ci occupiamo di sviluppare attività a favore delle startup Italiane – racconta il Presidente Gianluca Dettori –. Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto in tutta la regione Emilia-Romagna e particolarmente a Bologna, trovando un ambiente estremamente dinamico e interessante. Il nostro obiettivo è che BIG possa diventare una casa per le startup e un elemento di collegamento con tutti quelli che sono sul campo per l’innovazione».
La presenza di BIG nel tessuto imprenditoriale bolognese e di tutta l’Emilia-Romagna è un elemento rilevante non solo per le giovani imprese innovative ma per tutte le imprese del territorio che, in questo particolare periodo storico, sono chiamate a porre attenzione al livello di innovatività del loro business. Attraverso BIG e la contaminazione di visione e di operatività tra queste realtà, la Fondazione si pone in prima linea per contribuire alla crescita e allo sviluppo di tutto l’indotto economico locale.
«Ringrazio la Fondazione Carisbo per aver confermato l’impegno a realizzare una struttura così importante e con lo sguardo rivolto al futuro – commenta Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia-Romagna –. Non è un particolare da poco, anzi: mentre continuiamo a combattere la pandemia e siamo impegnati 24 ore al giorno nella campagna vaccinale, è necessario essere già al lavoro per immaginare le nostre comunità alla fine di questo incubo, facendoci trovare pronti al momento della ripresa. Io sono fiducioso che l’Emilia-Romagna abbia tutte le carte in regola per intercettare da subito e velocemente la ripresa. Stiamo investendo molto nelle nuove tecnologie e nei big data, favorendo la nascita di incubatori e rafforzando la rete dei tecnopoli, a partire da quello di Bologna che si propone come la vera Data Valley italiana. Questo progetto rientra a pieno merito in questa visione di sviluppo e di futuro».
«L’emergenza sanitaria ci ha tolto la possibilità di un’inaugurazione in presenza che ci avrebbe fatto toccare con mano la concretezza di BIG – afferma Valter Caiumi, Presidente Confindustria Emilia –, una nuova finestra sull’open innovation che si apre in città e che grazie al contributo di Fondazione Carisbo, riporta al centro la scommessa fatta di innovazione e contaminazione intelligente continua nel tempo. Una community di startup, talenti, freelance, Pmi, investitori e istituzioni che credono nell’innovazione e nell’imprenditorialità come motore del suo agire è qualcosa che ha i mezzi per andare oltre il clima di incertezza in cui nostro malgrado siamo immersi».
«Un’ottima notizia che ci conferma quanto questo territorio sia pronto a ripartire al pieno delle sue potenzialità – dichiara Virginio Merola, Sindaco di Bologna –. Ringrazio la Fondazione Carisbo e tutte le realtà impegnate. Aggiungo anche la soddisfazione perché questo nuovo luogo di impulso all’imprenditoria giovanile si trova in un quartiere che negli ultimi anni ha dimostrato di essere molto attrattivo e dove ci saranno occasioni di scambio e di rete con Boost Innovation Garage».
La creazione e diffusione della cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità non può prescindere dalla storica collaborazione tra la Fondazione e l’Università di Bologna, che trova in BIG un’ulteriore opportunità destinata a tutta la comunità studentesca.
«L’Università di Bologna è da tempo un attore chiave e si è mossa in modo pioneristico a supporto della valorizzazione dei risultati della ricerca attraverso creazione di nuove imprese e dell’imprenditorialità studentesca nelle sue varie forme – evidenzia il Rettore Francesco Ubertini –. Negli ultimi anni abbiamo messo a punto una strategia dedicata con azioni concrete che sono diventate per molti attori un punto di riferimento. Molte di queste azioni sono sviluppate in collaborazione con Almacube, incubare di imprese innovative e con altri attori del territorio. La presenza di BIG come luogo aperto alla contaminazione e collaborazione rappresenta un’ulteriore opportunità per tutta la nostra comunità e i nostri studenti».
Cosa accadrà in BIG
In collaborazione con Nesta Italia e dPixel è aperta dal 18 gennaio 2021 la Call for Pioneering Ideas / Tech solutions for social innovation, dedicata a startup emergenti di tutta Italia per la realizzazione di progetti sociali innovativi grazie all’uso delle tecnologie digitali. Le proposte creative e pioneristiche dovranno incentrarsi sulla risoluzione di sfide sociali in quattro ambiti (lavoro, salute, educazione, sostenibilità ambientale), attraverso progetti che pongano l’accento sui bisogni delle comunità locali e siano in grado di proporre soluzioni, creative e pionieristiche, abilitate dalle tecnologie digitali poste al servizio delle persone. Verranno selezionate fino a 15 startup che potranno così accedere ad un Bootcamp di accelerazione della durata di 6 giorni presso BIG.
Sono in programma ulteriori prossime iniziative in collaborazione con partner istituzionali già attivi a Bologna, tra cui Fondazione Golinelli e Bologna Business School per nuovi programmi formativi su imprenditorialità e innovazione.
Comunicato originale su: https://fondazionecarisbo.it/inaugurazione-big-boost-innovation-garage/

BIG Mistakes: Improvise! Con Paolo Busi
Questo articolo fa riferimento al nostro evento BIG Tools, del 9 dicembre 2020, BIG Mistakes con Paolo Busi. La registrazione dell’evento è disponibile a questo link.
Improvise!
Improvvisare è un verbo che si porta dietro una connotazione negativa. A nessuno piace una cosa improvvisata, non vogliamo attorno a noi persone che improvvisino come non vogliamo soluzioni improvvisate. “Improvvisato” è per molti sinonimo di dilettantesco, di cose fatte a caso, di mancanza di cura.
Houston, Abbiamo Un Problema
Per avere un’idea di cosa sia veramente l’improvvisazione guardatevi invece il film Apollo 13 o leggetevi la storia di quei giorni. Quei tecnici, ingegneri, matematici e tutti coloro che hanno riportato sulla terra gli astronauti sani e salvi, erano dei dilettanti oppure professionisti altamente qualificati, capaci di lavorare in team e di fare fronte in tempi rapidi a una crisi inaspettata e non contemplata dai manuali? Ciò che fece la differenza tra la tragedia e quello che fu “un fiasco di successo” altro non è stato che la loro capacità di improvvisare. E per improvvisare intendo sapere tirare fuori il meglio da ciò che si ha. Analizzando la vicenda dell’Apollo 13 possiamo trarre alcune linee generali su cosa costituisca la “capacità di improvvisare”: • Alto livello di comunicazione tra i membri del team e tra i vari team. • Ricerca della soluzione ottimale attraverso prove ed errori • Capacità di gettare via in tempi rapidi idee e preconcetti cui si era legati, per far posto a nuove idee maggiormente confacenti la nuova situazione • Alto coinvolgimento dei membri del team poiché ognuno è messo nelle condizione di dare il proprio contributo. • Valorizzazione delle idee altrui. • Creazione di un ambiente in cui il giudizio è sospeso.
Il Miracolo sul Hudson
Imparare a improvvisare non vuol dire non dare la dovuta importanza a ciò che si sta facendo, ma significa saper sempre cosa fare quando ci si trova in situazione. Attenzione, però: saper cosa fare, non quello che si farà. Questa distinzione implica che l’improvvisatore ha sicuramente una conoscenza meno dettagliata, ma più profonda dei meccanismi sui quai verrà chiamato a improvvisare. Per chiarire questo concetto guardate Sully, il film di Clint Eastwood sul pilota che nel 2009 fece atterrare in emergenza un aereo nel fiume Hudson salvando la vita a tutti i passeggeri. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un’improvvisazione, al dover fare fronte in tempi rapidi a una situazione inattesa. Ed è stata la conoscenza profonda che aveva il comandante Sullenberger del volo civile a permettergli di sapere non quello che avrebbe fatto – non c’erano manuali che prevedessero una simile manovra – ma cosa fare. Improvvisare non significa fare le cose “alla carlona” (e vi invito anche a leggere le origini di questa espressione, potrebbe tornarvi utile), significa tirar fuori il meglio che si può da ciò che si ha, nel tempo che si ha a disposizione. Significa essere disponibili ad addentrarsi nell’ignoto per cercare la soluzione al nostro problema. Ciò non garantisce la migliore soluzione possibile, ma garantisce che si lavori verso una soluzione, invece di perder tempo a discutere, quando invece si dovrebbe agire. Significa anche cambiare il nostro approccio verso gli errori, nostri e di chi ci sta attorno. Perché se non permettiamo a nessuno, noi per primi, di prendersi dei rischi, non possiamo sperare che vengano trovate soluzioni innovative.
Improvvisazione per Il Futuro
L’industria 4.0, l’evoluzione digitale e il cambiamento climatico sono tre elementi che aumentano a dismisura la volatilità degli scenari futuri, ben oltre la nostra capacità di prevederne e governarne gli sviluppi. Questo implica che, volenti o nolenti, saremo chiamati sempre più spesso a improvvisare soluzioni a problemi che oggi non riusciamo neppure a immaginare. Sappiamo che i cigni neri esistono e che nessuno ne è esente. Possiamo prepararci al mindset giusto per affrontarli o sperare che, quando arriveranno, ci siano altri a doverci fare fronte, In ogni caso è oggi che dobbiamo decidere se investire o meno nella capacità nostra e dei nostri team di improvvisare. Questo deciderà se le nostre improvvisazioni saranno gestite da dilettanti o da esperti, perché è indubbio che per saper bene improvvisare bisogna essere preparati. – Paolo Busi è un formatore presso la Scuola di Fallimento e un esperto in improvvisazione.